Alcuni mesi fa, alla fine di luglio del 2011, i volontari di Arro avevano lanciato un appello per la grave emergenza che stavano vivendo a causa dalla carestia che stava colpendo tutto il Corno d’Africa.
La zona in cui operiamo (il distretto di Afgoye) era una di quelle più colpite. La carestia causata dalla scarsità di pioggia aveva compromesso gravemente i raccolti e costretto migliaia di persone ad abbandonare le loro case, in fuga dalla fame per cercare cibo e un tetto.
E’ stata definita la peggiore carestia degli ultimi sessant’anni.
La crisi era stata anche documentata da un appello lanciato dalle Nazioni Unite e secondo un rapporto ONU del 5 settembre 2011, 750mila persone erano a rischio di morte nei quattro mesi successivi. Un articolo del Corriere della Sera dell’8 settembre, facendo riferimento al rapporto, evidenziava una mappa con le zone più critiche e, tra queste, proprio il distretto di Afgoye.
I volontari di ARRO, nel loro appello ci chiedevano di non abbandonarli e di aiutarli a far fronte all’emergenza, visto che i profughi stavano aumentando e moltissimi bambini erano a rischio.
Di fronte alla drammaticità della situazione e alle estreme difficoltà in cui versavano migliaia di bambini, è stato nostro dovere intervenire: il contributo mensile dei nostri associati e la buona volontà dei tanti colleghi che hanno voluto spontaneamente aderire alla raccolta di fondi non sono stati però sufficienti a coprire tutte le emergenze della limitata zona in cui operiamo.
Abbiamo quindi fatto appello alla sensibilità del Presidente e dei consiglieri dellaCassa Sovvenzioni e Risparmio che hanno prontamente accolto, permettendoci così di arginare la drammatica emergenza e limitare in tal modo i contagi e le morti per malaria.
Il contributo ricevuto ci ha permesso di avviare un progetto di vasta portata che aveva come obiettivo una campagna antimalaria a favore di anziani, donne e bambini della comunità, considerate le fasce più deboli e più esposte al rischio contagio.
La campagna antimalaria inizialmente prevista per 3 mesi, è stata prorogata di un mese per garantire la continuità e coprire le nuove esigenze che nel frattempo si sono presentate. La campagna è partita nel mese di novembre 2011 e si è conclusa a fine febbraio 2012 ed aveva i seguenti obiettivi:
Il gruppo di volontari locali (ARRO) ha aperto dapprima due centri sanitari di analisi e cura nella parte occidentale della città (Baalgure e Elqode) per assistere un elevato numero di persone (circa 5400) che durante il corso della campagna è aumentato.
Successivamente è stato necessario organizzare all’aperto un terzo centro per permettere a tutti gli abitanti della zona di poter fruire del servizio.
I volontari di ARRO hanno documentato, attraverso l’invio di rapporti mensili, le attività svolte nei centri di cura inerenti la campagna antimalaria.
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Trascriviamo sinteticamente le attività svolte in questi mesi:
Prima della partenza del progetto era stato previsto di distribuire il latte due volte al giorno presso un centro di distribuzione, ma considerata la situazione, i volontari hanno deciso di somministrare il latte in polvere ai bambini colpiti dalla malaria presso le loro case. Purtroppo il fabbisogno era molto alto e la quantità a disposizione non è stata sufficiente per coprire tutte le esigenze, così per evitare confusione è stata fatta questa scelta.
Complessivamente nella prima fase è stato distribuito latte a più di 70 bambini dando loro porzioni quindicinali o mensili a seconda del numero dei bambini presenti in casa.
Sono state acquistate ulteriori medicine e attrezzature mediche del valore di $ 5.000 per svolgere simultaneamente tutte le attività necessarie di questa prima fase.
Inoltre, sono state inserite nuove cure per il sopraggiungere di malattie correlate al protrarsi della malaria (Tifo, Epatite, Tosse acuta, Anemia nei bambini sotto i sei anni) e l’introduzione dell’uso di insetticidi antimalaria.
Tutti i farmaci necessari sono stati acquistati dal mercato locale al fine di evitare ritardi e anche per affrontare le reali esigenze della comunità.
Anche se, inizialmente, i centri previsti per i trattamenti erano solamente due e precisamente a Elqode e Baalgure, in ragione delle aumentate richieste di assistenza e cura da parte di anziani di altre zone del quartiere, è stato necessario aprire un terzo centro a Jiinka nella zona di Wanjeel del quartiere stesso, nel distretto di Afgoye.
Sono state assistite più di 1000 persone, l’80 per cento bambini sotto i 12 anni. Fra questi c’erano anche neonati con meno di 2 mesi. Questo indica che la malaria colpisce tutte le fasce d’età.
La distribuzione dell’assistenza su tre punti, ha comunque creato enormi difficoltà ai volontari che hanno dovuto coprire più esigenze. Per il terzo centro è stato predisposto uno spazio all’aperto per eseguire le analisi del sangue (come si può vedere dalle foto), mentre per la distribuzione dei farmaci è stato chiesto l’appoggio a una farmacia nella zona di Wanjeel.
Durante i primi due mesi, sono state eseguite analisi del sangue a circa 4400 persone, è stato distribuito latte a 110 bambini e sono state portate avanti campagne di prevenzione presso le scuole coraniche del quartiere per rendere consapevoli dei problemi della malaria e delle misure di prevenzione.
Nonostante il buon procedimento dei lavori, l’aumento dei beneficiari saliva di giorno in giorno. Davanti ai centri c’erano lunghe file di persone bisognose di cure urgenti.
I volontari scrivevano nel loro rapporto:
Per vostra informazione, ieri abbiamo fatto analisi di sangue di 100 persone che sono venuti dai cinque lontani villaggi che sono (Mareerey, Lafagalo, Magurto Balgure, Sagalad e Galawar), non potevamo rifiutare perche camminarono a piedi da una lunga distanza per arrivare qui e li abbiamo assistiti. Ci hanno chiesto di venire in loro villaggi ma noi non sapevamo come rispondere. Abbiamo scambiato sorrisi con una conversazione positiva.
L’apertura del terzo centro ha comportato spese non programmate (acquisto di microscopi per le analisi del sangue e altri materiali necessari per la campagna antimalaria in parte finanziati da ARRO) che hanno creato notevole difficoltà tra i volontari, che avrebbero voluto far fronte a tutte le esigenze, ma non avevano i mezzi sufficienti per farlo. Per questo motivo il Consiglio di Obiettivo Solidarietà ha deliberato la prosecuzione del sostegno per tutto il mese di febbraio garantendo così la continuità della campagna e permettendo di ottenere risultati duraturi in una fase ancora critica.
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I volontari descrivono le attività svolte nel terzo posto allestito per le cure sanitarie (Jiinka MCH nella zona di Wanjeel) dove sono state assistite più di 1450 persone, di cui l’80% bambini al di sotto dei 12 anni e anche bambini di 2 mesi.
Durante la campagna sono stati eseguiti esami del sangue a 6850 persone, è stato distribuito latte a 150 bambini e sono stati curati 300 bambini con problemi di tosse bronchite e problemi respiratori e altri 300 bambini con problemi di diarrea ed anemia.
Inoltre fra le attività non previste inizialmente ci sono state anche le cure per malattie sopraggiunte in conseguenza della malaria (tifo ed epatite) e l’introduzione all’uso di insetticidi.
Malattia | Farmaci prescritti |
---|---|
Malaria | Chloroquine compresse Chloroquine sciroppo Fansidar compresse Fansidar sciroppo |
Tifo | Chloramphenicol compresse |
Epatite | Legalex compresse |
Antidolore e febbre | Paracetemol Novalgina |
Dolori nervosi | Neurobion compresse |
Vomito | Nevodoxina |
Anemia | Multivitamina b complex compresse Multivitamina b complex sciroppo Keychiplex sciroppo |
Tosse | Oracefin Sciroppo (Antibiotica pedriatica) Ventil sciroppo |
Diarrea | Metrogyl sciroppo Keytran Alpendazole Soluzione ORS |
I volontari di ARRO hanno organizzato delle riunioni settimanali a cui hanno partecipato i dirigenti delle comunità locali e a cui sono stati spiegati i problemi derivanti dalla malaria e per discutere insieme sulla prevenzione.
Inoltre alcuni di loro hanno visitato le scuole per diffondere anche lì informazioni sui problemi causati dalla malattia dovuti anche alle scarse condizioni igienico-sanitarie, hanno raccomandato ai genitori di tenere le case pulite e di non far giocare i bambini nelle pozze di acque stagnanti che si formano.
I volontari hanno dimostrato la loro disponibilità a dare assistenza e aiuto a tutti i pazienti colpiti anche dalle altre malattie e anche al di fuori del progetto utilizzando la loro scarsa disponibilità di fondi.
L’impegno profuso nella realizzazione del progetto ha permesso di salvare molte vite umane, ma l’emergenza non è ancora cessata, fame e siccità sono sempre in agguato.
Chi volesse contribuire a sostenere il progetto (basta anche un piccolo importo mensile) o semplicemente avere informazioni, può rivolgersi a Lucrezia Cassalia (06/47926420) o Angelo Titi (06/47926540), referenti del progetto.
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