L’Egitto è meta di viaggi per svariati motivi, soprattutto turistici.

Ma la realtà, sovente scomoda, che sta dietro il pianeta delle vacanze è conosciuta da pochi: un esempio è il lebbrosario di Abu Zaabal, che sorge in una zona desertica a 60 km a nord del Cairo; qui sono ricoverati circa 800 malati cronici, e nel villaggio sorto intorno alla struttura vivono oltre 2000 persone.

Costruito tra il  1933 ed il 1950 per isolare i malati di lebbra e per permettere loro un adeguato trattamento, si sviluppa su una superficie totale di 300 acri ed è divisa in tre reparti: ospedale, zona maschile e femminile.
Poco più in là è sorto, grazie alla volontà della Caritas, il Centro Sociale che, oltre all’asilo frequentato da quasi 200 bambini, ospita una scuola di taglio e cucito e di alfabetizzazione. Tutte queste attività e la vita quotidiana dei reparti sono animate dall’opera appassionata ed instancabile di un gruppo di religiose che, da decenni, si sono votate all’assistenza di questi malati e delle loro famiglie. Nel 1969 i malati di lebbra in Egitto erano 28.197, dopo 30 anni nel 1999 erano scesi a 3.020 ma nel 2008 la cifra è aumentata a 8.352 per effetto dell’aumento della popolazione. Infatti, solo nel 2008, sono stati registrati in tutto l’Egitto 797 nuovi malati.

La struttura attualmente  ospita permanentemente  circa 800 persone e, nel 2009, oltre a 18 decessi si sono purtroppo verificate 74 nuove entrate ad ulteriore conferma che la malattia è tutt’altro che debellata. All’inizio del 2010 sono state ricoverate anche due sorelle presumibilmente di 14 ed 8 anni; l’età infatti è incerta dato che mancano i documenti della più piccola e della grande non si sa se la data di nascita  riportata sul documento sia quella reale.

Abu Zaabal raccoglie malati da tutto l’Egitto, uno dei pochi paesi  in via di sviluppo del continente Africano ad avere dedicato un'attenzione concreta al problema dei lebbrosi. La struttura è statale ma sopravvive anche grazie a contributi di singoli benefattori, della Caritas e di associazioni estere no- profit.

La prima visita ad Abu Zaabal produce quasi sempre un impatto indelebile ma, dopo lo shock iniziale, si avverte una gran voglia di dare un aiuto concreto per migliorare le condizioni di vita di chi vive in questa zona periferica del paese, dove solo i fichi d’india crescono rigogliosi e dove la vita scorre sempre uguale: completamente isolata dal rumore e dalla frenesia del ritmo cairota.

Chi ha contratto questa terribile malattia, se viene curato in tempo, non sarà più contagioso e potrà condurre una vita dignitosa anche al di fuori del villaggio. Purtroppo a tutt’oggi, per ignoranza, arrivano casi di giovani con lebbra in stato avanzato ed in queste situazioni le mutilazioni sono inevitabili.

Ad Abu Zaabal, l’aiuto di chi vi presta opera di volontariato, anche grazie al prezioso sostegno finanziario dei donatori, contribuisce a rendere possibile ai malati ed alle loro famiglie una vita serena  e con uno sguardo di speranza rivolto al futuro. I momenti di sconforto non mancano quando si penetrano queste realtà, così lontane dal nostro vivere quotidiano, dotato di ogni confort e da grandi privilegi spesso neanche apprezzati.

In pochi anni e con risorse modeste, è stato possibile migliorare le condizioni igienico-sanitarie ed anche logistiche all’interno del vari reparti del lebbrosario e del centro sociale di Abu Zaabal, come illustrato dal resoconto che segue.

Il servizio fotografico ha invece lo scopo di mostrare le attuali condizioni degli edifici da ristrutturare o ricostruire nel prossimo futuro, progetti che sarà possibile realizzare solo grazie al sostegno finanziario di donatori.

 

Resoconto delle attività svolte dal 2007

Dal 2007 ad oggi, grazie alle donazioni di “Obiettivo Solidarietà”, siamo riusciti a migliorare la qualità di vita nella struttura ospedaliera ed all’interno dei reparti maschile, femminile e dei bambini che comprende la scuola materna e aule di alfabetizzazione e taglio e cucito per le donne.

Si è provveduto a fornire ad ogni malato una sedia, un piccolo armadio ed un comodino, a ridipingere i vecchi letti in ferro ed a posizionare delle zanzariere sia sui letti che direttamente sulle finestre; nei due reparti sono state create delle cucine provviste di frigoriferi, freezer, cucina economica ed armadietti-dispensa individuali per chi desidera preparasi i pasti al di fuori delle stanze (alcuni malati che non vogliono o non possono cucinare ricevono giornalmente dalla mensa dell’ospedale dei contenitori termici con nutrimento adeguato). Nelle stanze comuni sono stati installati dei televisori, sono stati rifatti i materassi ed i cuscini in cotone perché la pelle dei lebbrosi è molto delicata; sono stati installati scaldabagni e comperato svariate lavatrici per le stanze del bucato.  

Per gli spazi comuni abbiamo fornito delle panche in legno e piantumato con rampicanti delle tettoie preesistenti. Alla scuola materna sono state comperate regolarmente, in autunno ed in primavera, le scarpe ai bambini; al personale dell’asilo è fornita la stoffa per i grembiulini e pantaloncini e comperato biancheria intima. Quando si è constatato che la dispensa dell’asilo era piuttosto vuota o mal assortita abbiamo fornito latte, zucchero, formaggio, frutta, marmellate, riso, legumi e verdura.

Presso la scuola di taglio e cucito abbiamo stipendiato per un anno una sarta diplomata che ha affiancato la suora, ed ha provveduto a formare professionalmente alcune ragazze che hanno già trovato lavoro nelle aziende tessili che sorgono nelle vicinanze del lebbrosario. Chi frequenta con costanza e profitto la scuola biennale di taglio e cucito riceve una macchina da cucire per poter lavorare in proprio a casa.

Grazie a donazioni private, abbiamo rifatto la mensa e la cucina dell’asilo, abbiamo ristrutturato 2 nuovi refettori rifacendo impianti elettrici ed opere murarie e dotato la cucina con nuovi elettrodomestici e mobili in alluminio e formica rossa.



Con le ultime donazioni siamo riusciti a realizzare i seguenti progetti:

1. La ristrutturazione dei bagni della scuola materna che ha comportato:

1.1 Rifacimento delle opere murarie con sostituzione delle piastrelle e l’installazione di sanitari.

Prima degli interventi Dopo gli interventi

1.2 Sostituzione dei lavandini esterni con uno singolo più basso rispetto al precedente per consentirne l’uso anche ai più piccoli.

Prima degli interventi Dopo gli interventi

1.3 Rifacimento degli impianti idrosanitari ed elettrici.


1.4 Spostamento del serbatoio dell’acqua dal tetto dei bagni su una nuova struttura portante per evitare che eventuali perdite d’acqua possano arrecare danni ai bagni sottostanti come successo in passato.
 
Prima degli interventi Dopo gli interventi

1.5 Tinteggiatura della parte interna del cortile, riparazione e pittura delle porte e finestre dei bagni.

Prima degli interventi Dopo gli interventi

1.6 Costruzione di un marciapiede.

Prima degli interventi Dopo gli interventi

2. Il rifacimento dell’intonaco e pittura delle pareti della lavanderia delle donne


Prima degli interventi Dopo gli interventi

Progetti per il futuro

Sono stati individuati i seguenti progetti:

1. Reparto Uomini

1.1 Rifacimento ex-novo dei bagni comuni che oltre alla nuova pavimentazione necessitano di una tettoia di lamiera ondulata e l’aggiunta di nuovi lavandini.

1.2 Demolizione e ricostruzione di No. 6 stanze del dormitorio e successivo arredo con letti, comodini, armadietti e zanzariere.

2. Reparto Donne

2.1 Rifacimento ex-novo dei bagni comuni che oltre alla nuova pavimentazione necessitano di una tettoia di lamiera ondulata e l’aggiunta di nuovi lavandini.

2.2 Ristrutturazione di No. 6 stanze del dormitorio e successivo arredo con letti, comodini, armadietti e zanzariere.

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