MAIS Onlus è un’associazione di volontariato laica nata nel 1987, che si occupa di Sostegno a Distanza finalizzato all’istruzione come strumento principale dell’autosviluppo di un popolo.
Il nostro motto è infatti: chi sa di più, lotta meglio.
MAIS Onlus sostiene oggi più di 1.000 bambini, 4 case famiglia, una clinica e una fattoria.
Con i nostri progetti in Africa, India, Sudamerica ci occupiamo di Istruzione ma non solo.
Protezione, Salute e Lavoro sono i nostri altri obiettivi:
– Case famiglia per accogliere e curare bambini malati di AIDS o orfani;
– Lotta a AIDS, tubercolosi e tumori femminili, campagne di vaccinazione e ambulatori odontoiatrici per promuovere salute e prevenzione;
– Decine di corsi professionali ogni anno per fornai, parrucchieri, assistenti sanitarie, ceramiste, programmatori software, agricoltori, allevatori.
MAIS Onlus riceve donazioni principalmente da privati e da eventi di raccolta fondi.
Organizziamo visite guidate, corsi di yoga, corsi di cucina, cene di beneficienza, mercatini, serate a teatro.
Si può contribuire anche devolvendo il 5×1000 oppure scegliendo i nostri regali solidali: l’artigianato locale proveniente dai paesi in cui operiamo, i cesti di natale con prodotti biologici o le bomboniere realizzate dalle donne del progetto in Argentina.
Contiamo sulla collaborazione di 10 referenti locali, 40 volontari e oltre 2.000 tra soci e aderenti in tutta Italia.
Grazie a questo sforzo il 90% dei fondi raccolti è effettivamente destinato ai progetti e solo il 10% viene trattenuto per i costi di gestione.
L’associazione opera nel rispetto dei principi indicati nelle “Linee Guida per il Sostegno a Distanza di minori e giovani” emanate dall’Agenzia per le Onlus garantendo ai sostenitori trasparenza e informazioni chiare e complete sul contributo versato e ai beneficiari qualità nei progetti, collaborazione con le istituzioni pubbliche locali e totale rispetto delle differenze culturali.
MAIS Onlus aderisce inoltre al coordinamento per il sostegno a distanza La Gabbianella onlus. Jackie Stevenson, la responsabile dei progetti del MAIS in Sudafrica ed eSwatini, ci ha mandato una lettera con un commuovente incoraggiamento da parte dei bambini africani per l'emergenza Coronavirus che stiamo vivendo in Italia.
Anche lì le scuole e le università sono chiuse e la situazione è complicata ma noi confidiamo che prima o poi tutto si sistemerà e le attività potranno riprendere. Da parte nostra continuiamo a fare il possibile per sostenere i nostri ragazzi che, vivendo in zone particolarmente affollate e comunque molto povere, non hanno vita facile ma sono molto forti e pieni di voglia di vivere. Alcuni genitori sono riusciti ad allontanarli dalle città e li hanno mandati da alcuni parenti in zone agricole con minore densità abitativa.
La nostra referente continua a monitorare le varie situazioni con i mezzi tecnologici a disposizione e
speriamo bene per tutti.
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A tutti voi sostenitori, alle vostre famiglie e ai vostri amici
Mais Africa vi manda tutto il suo amore, le sue preghiere e un'enorme quantità di solidarietà.
Anche i nostri bambini più piccoli vi sono vicini. Non faccio altro che ricevere chiamate e messaggi che chiedono "i nostri amici italiani sono al sicuro?". L’ultima volta che ho visitato una scuola, sapendo che avrei dovuto venire in Italia, mi è stato chiesto: "Signora Stevenson, non è meglio se va in Italia a prenderli? Qui siamo più al sicuro" oppure, in un vero stile africano, “non dovremmo mandare loro del cibo?”.
Li ho tranquillizzati dicendo loro che il governo italiano sta provvedendo ai bisogni e che non state morendo di fame.
Mentre l’Italia entra nella quarta settimana di "chiusura", i nostri pensieri sono costantemente per voi.
Non c'è niente di meglio che tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e rilassarsi sul divano. Dopo una vacanza, tornare a casa è molto bello, nessun posto è bello come casa propria. Tuttavia, dopo essere rimasti chiusi in casa per quattro settimane, ci immedesimiamo nella vostra situazione, specialmente con quella dei molti che vivono in appartamento. Comprendiamo le frustrazioni di un costante confinamento. Per quanto si possano amare i nostri compagni, i nostri figli e i nostri genitori, dopo quattro settimane di vita a stretto contatto, costantemente insieme, immaginiamo che ci si senta stretti.
Tutta la famiglia MAIS Africa è con voi con tanto affetto e solidarietà
Tanti baci e abbracci (senza virus).
Jackie Stevenson e i nostri 450, tra bambini e membri dello staff Mais Africa