Il giorno è il 26 dicembre 2004. Da quella data molti tra noi hanno imparato e ricorderanno per sempre una parola esotica e terribile: tsunami ! Letteralmente un’onda gigante, sviluppatasi in seguito ad una forte scossa sismica, in grado di sommergere e distruggere tutto ciò che incontra, un muro d’acqua che sotterra e spiana villaggi e città, uccide le persone e gli animali che hanno la sfortuna di trovarsi sulla sua strada. Quel giorno lo tsunami
colpì diversi paesi del sud-est asiatico come l’Indonesia, le Filippine e il grande sub-continente indiano. Flagellò diversi insediamenti lungo la costa portando ovunque morte e distruzione.

E forse, se non avesse colpito anche famose località turistiche, se non avesse provocato delle vittime tra i ricchi turisti occidentali presenti, se la sciagura non fosse stata addirittura ripresa in diretta da chi era sul posto in quei momenti, forse ripeto, non avrebbe avuto così tanta risonanza nei nostri mezzi d’informazione e non avrebbe scatenato una “contro-onda”, per fortuna questa carica di bene e aiuti, con una grande volontà d’intervenire, di aiutare, di rimettere le cose a posto. Tra le tante iniziative che sono state intraprese ce n’è una che riguarda anche noi dipendenti della Banca d'Italia: il 24 maggio 2005 è stata stipulata una convenzione tra le Missionarie dell’Immacolata di Roma e l’Associazione amici della Banca d’Italia. Questa convenzione è nata con lo scopo di finanziare un progetto denominato “Speranza dopo la tempesta” che ha la finalità di promuovere l’assistenza alle popolazioni del villaggio di in India, colpite dallo tsunami di due anni fa.

Le Missionarie dell’Immacolata operano in India da 50 anni ed hanno già fornito un aiuto concreto per fronteggiare le prime emergenze sanitarie ed alimentari.

Il progetto impegna le Missionarie, oltre a predisporre il piano degli interventi, a curare le relative fasi esecutive e a fornire all’Associazione amici della Banca d’Italia la rendicontazione dell’impiego delle somme ricevute, in modo tale che detti finanziamenti saranno erogati a mano a mano che le opere verranno eseguite. Opere che serviranno a migliorare le condizioni di vita del villaggio di Palle Thallapalem nello Stato federale dell’Andra Pradesh in India.

In questo Stato che, con 76 milioni di abitanti risulta essere il 5° più popoloso dell’India, il 70% della popolazione è
occupato nel settore primario (agricoltura e pesca), il 23% circa vive al di sotto della soglia di povertà e l’alfabetizzazione raggiunge solo il 54% con una forte percentuale di abbandono scolastico (40%).

Lo Stato è suddiviso in 23 distretti amministrativi, tra i quali quello costiero di Krishna che risulta tra i più colpiti dallo tsunami. Nel distretto si contano 27 morti e gravissimi sono i danni al settore vitale della pesca, avendo il mare distrutto o reso inutilizzabile la gran parte delle barche e delle reti dei villaggi lungo la costa.

In uno dei Mandal (divisioni amministrative) in cui è a sua volta suddiviso il distretto di Krishna sorge il villaggio di Palle Thallapalem.

A soli 3 km dal mare è uno dei villaggi più popolosi del Mandal: la popolazione oscilla tra le 1200 e le 1400 unità, quasi tutte occupate nel settore della piccola pesca che viene svolta oltre che in mare anche in un canale d’acqua salata che attraversa il villaggio. E l’acqua rappresenta uno dei gravi problemi della comunità; la disponibilità di acqua dolce è assai limitata: i pozzi per l’acqua aperti sono 37, di cui 10 in pessime condizioni, i pozzi chiusi con tubature sono solo 5. L’acqua così disponibile contiene una forte componente salina e l’abitudine locale di lavare indumenti, biancheria per la casa, stoviglie e cibo nelle immediate vicinanze dei pozzi rende il villaggio molto sporco con cumuli di spazzatura ad ogni angolo di strada.

L’unica scuola presente è quella primaria. Occupa gli spazi del Centro Comunitario costruito in cemento circa trenta anni fa, visto che l’edificio scolastico originario è ridotto a rudere. Il materiale scolastico è rovinato o mancante ed i ragazzi seguono le lezioni seduti per terra.

La situazione abitativa è pessima: il numero delle case in mattoni e fondamenta in cemento è intorno alle 70 unità, la maggior parte delle abitazioni del villaggio sono costruite con muri di arena e tetti di foglie di palma. Ci sono anche delle case fatte di lamiera.

Il programma delle Missionarie si struttura come una vera e propria adozione della comunità di Palle Thallapalem e prevede lo sviluppo di una serie di progetti finalizzati ad un proprio obiettivo specifico:

1) L’acqua. Sistemazione della rete di approvvigionamento idrico.
Il progetto consiste nella costruzione di 3 diversi sistemi idrici. Un primo pozzo verrà costruito con una profondità di 80 metri ed ospiterà un motore ad immersione. In superficie saranno posizionati 3 tanks di plastica, ognuno della capienza di 5000 litri d’acqua. Altri 2 piccoli pozzi saranno collocati ad una profondità di 6 metri, dotati entrambi di motorini di superficie e tank anch’essi da 5000 litri. Questi 2 sistemi idrici potranno essere velocemente e facilmente ricollocati in nuovi punti del villaggio una volta che le esigue falde si esauriranno. Nelle vicinanze del primo e più grande sistema idrico saranno create 2 aree comuni per la pulizia di oggetti e vestiario e le relative acque sporche verranno convogliate in un canale da scolo appositamente costruito.

2) Il lavoro. Ripristino dell’attività di pesca e sviluppo di allevamento e orticoltura.
Il progetto prevede la sostituzione delle barche e delle reti distrutte o danneggiate e a tale scopo è stato già acquistato e dato ai pescatori il seguente materiale:
- 150 reti individuali;
- 50 tronchi di palma per la pesca alla foce del canale;
- 4 imbarcazioni leggere.
È stata decisa la costruzione di un magazzino, con fondamenta e tetto in cemento, per il deposito delle attrezzature di pesca.
Inoltre sono in fase di preparazione presso i cantieri di carpenteria 2 grandi barche a vela e una grande rete da pesca.
La somma per gli acquisti, offerta come prestito senza interessi, dovrà essere restituita entro 2 anni dai pescatori e sarà subito dopo devoluta agli stessi per l’avvio e lo sviluppo delle attività di allevamento e orticoltura, tramite il riordino e la pulizia dei terreni appartenenti alla comunità.
Sarà costituita una cooperativa, in futuro ampliata con una sezione femminile, per la gestione dei ricavi delle attività lavorative.

3) La scuola. Sostegno alla formazione professionale comunitaria e alle spese di istruzione.
Ovvero fornitura di nuovo materiale scolastico per la scuola primaria (cattedre, sedie, lavagne, libri, quaderni e penne), istituzione di 4 borse di studio – 2 per la formazione tecnica e 2 per quella infermieristica – a favore di studenti provenienti da famiglie disagiate, sostegno economico alle famiglie per le spese di registrazione scolastica, di acquisto delle uniformi e per il vitto per quei ragazzi che studiano lontano dalla propria residenza. Si conta che beneficeranno di questa iniziativa non meno di 200 ragazzi del villaggio e delle zone limitrofe ad esso.

4) L’edilizia. Sistemazione e costruzione di abitazioni civili e realizzazione di un Centro Comunitario.
La strategia dell’intervento in questo settore è quella di rendere economicamente le persone capaci di disporre in futuro del denaro sufficiente a costruirsi un’abitazione dignitosa, anche accedendo al contributo statale. In ogni caso si procederà subito alla costruzione di un cero numero di abitazioni (tra le 20 e le 30 unità) per le famiglie più bisognose, nuclei mono-parentali, vedove e donne abbandonate dai mariti nonché famiglie ove vi siano componenti affetti da handicap mentale o fisico.
Un altro intervento edilizio è quello che prevede la costruzione di un nuovo Centro Comunitario, visto che quello già esistente è stato definitivamente trasformato in scuola. È stato identificato il terreno ove sorgerà l’edificio che coprirà un’area di 800 metri quadri. La funzione principale del Centro sarà quella di fornire uno spazio fisico comune per tutta la comunità, attualmente sprovvista. In esso troveranno dimora il Comitato dell’Acqua, i 4 gruppi della Cooperativa per la pesca leggera, il grande gruppo dei 70 pescatori, la Cooperativa degli allevatori e il Gruppo di
auto-sostegno delle donne. Sarà infine un luogo di ritrovo per feste, banchetti, matrimoni e ricorrenze.

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