Viktor Korniyenko CC

di Marta Dionisio

La prima volta che ho messo piede a San Cristopher è stato quando Jackie ci ha presentato Yoshi, il bambino che “sponsorizziamo”, con cui abbiamo chiacchierato e poi giocato a pallone. A noi si sono poi aggiunti altri ragazzi. Della decina che erano, tutti si sono meravigliati e hanno chiesto a Yoshi informazioni riguardanti il pallone di cuoio da noi regalatogli. Mi hanno fatto tanta pena perché, forse, guardando il calcio in TV, quel pallone lo avevano sempre e solo sognato; e poi perché quando mamma ha iniziato a distribuire le matitine colorate, tutti hanno corso e si sono affollati per averne una pur sapendo che ce n’erano per tutti. Dato che purtroppo non ero riuscita ad incontrare le ragazze della mia età di cui mi era stato parlato, Jackie mi ha proposto di dormire lì per una notte, in modo da poter conoscere le ‘‘sue ragazze’’. E come potevo rifiutare? Così ho accettato e, al nostro ritorno dallo Swaziland, Jackie mi ha detto di aver organizzato tutto per la settimana successiva. Nonostante fossi entusiasta della decisione, man mano che si avvicinava il momento, ero sempre più nervosa perché sinceramente il mio inglese non è ancora abbastanza buono da conversare normalmente. Appena sono arrivata a San Cristopher, però, le ragazze si sono presentate e mi hanno fatta subito sentire a mio agio. Così, essendo ragazze più o meno della stessa età, abbiamo iniziato a chiacchierare, parlando di musica, ragazzi, scuola, cibo…Ho fatto più domande possibili, cercando di capire le loro usanze e le loro tradizioni, perché, a dire la verità, ero anche un po’ perplessa riguardo a quello che avrei mangiato!! Le cinque ragazze con cui ho fatto amicizia ma hanno fatto un’ottima impressione, e spero di mantenere i contatti con loro, perché sono persone davvero gentili, cordiali, simpatiche e divertenti, nonostante quello che Jackie ci ha detto hanno passato. Una cosa che mi ha spaventata durante la mia permanenza è stata quando mi è stato chiesto di uscire con loro per accompagnare una delle ragazze quasi fino a casa. Con tutto quello che Jackie ci aveva detto per quanto riguarda le strade e ciò che succede alle giovani ragazze, come potevo stare tranquilla?? A questa domanda mi hanno risposto che non a loro è mai successo nulla e mi hanno spiegato come scacciare le persone che ti si avvicinano. Nonostante tutte le loro rassicurazioni, ogni volta che vedevo qualcuno venire verso di noi, guardavo in basso e cercavo di non farmi vedere.
Tornate alla casa famiglia, abbiamo subito mangiato. Il momento della cena mi è piaciuto tantissimo perché ogni bambino, persino i più piccoli, si sono messi in fila, ordinatissimi, hanno preso un piatto, coltello e forchetta e sono passati dalla “mamma” a prendere il cibo. Mi hanno fatto davvero tanta tenerezza, perché tutti erano indipendenti e, finito di mangiare, ognuno ha preso il suo piatto e lo ha lavato. Ero molto stupita, perché neanche mio fratello si sparecchia il piatto da solo!! E io che a 14 anni ancora mi lamento quando devo sparecchiare!! La serata è stata molto divertente, abbiamo visto la televisione, chiacchierato, e mi sono fatta fare le treccine che tanto volevo. Comunque ho capito che anche se vivono a più di 6000 km da noi, sentono la mia stessa musica, guardano le soap come me e amano stare coi ragazzi, tutte cose che credevo estranee al loro mondo.
Mentre guardavo tutti quei ragazzi alla casa famiglia, cercavo di immaginarmi la loro storia, quello che avevano passato… Molti di loro sono orfani, alcuni hanno genitori malati, altri vivevano nelle township. Eppure non ho visto in loro la tristezza che avrebbero dovuto avere, né l’odio per quelli che, come me, possono avere tutto. Sinceramente mi sono vergognata quando mi hanno ammirato la cintura, o la sciarpa, o Louise la macchina fotografica. Riguardo proprio alla mia macchina digitale, dopo aver scattato qualche foto insieme alle ragazze, gliele ho mostrate sullo schermo. Louise ha iniziato a guardare tutte le foto, tra cui quelle di Alexandra, la township, che avevo fotografato per ricordarne il degrado. O mamma!!! Non sapevo che fare, mi sono pentita di averle lasciato in mano la macchina!! Come l’avrebbe presa??
E invece mi preoccupavo inutilmente, perché lei e la sua amica si sono messe a saltare e gridare dicendo: - Wow, Alexandra!! Alexandra!! ci sei stata! o vengo da qui!
La notte è andata bene, nonostante dormano usualmente con la radio sempre accesa. Avrei voluto continuare a parlare con loro, ma il giorno successivo purtroppo dovevano andare a scuola, così alle 10 tutti a nanna. La mattina dopo ci siamo svegliate all’alba, ho fatto colazione con loro, e poi le ho salutate prima della scuola. Quanto mi è dispiaciuto lasciarle!! Con loro sono stata benissimo, avrei voluto fermarmi di più. È stata davvero una bella esperienza, che mi ha fatto conoscere un altro mondo, altre persone, altri modi di vivere…Grazie di tutto Jackie!!!
MARTA DIONISIO

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